Un signore
d’altri tempi
Nel trambusto di tutti i giorni c’è un riparo sicuro, il Caffè Mulassano, un momento di pausa incastonato sotto i portici di Piazza Castello. Le sue vetrine sono lo schermo ideale per osservare il fermento della città, sempre che non sia il Caffè stesso a finire sul grande schermo nelle pellicole di Mario Soldati e Dario Argento o nel video-clip di Francesco Renga, Aspetto che torni.
L’arredo ottocentesco, conservato alla perfezione, è concepito per poter essere smontato pezzo per pezzo e riassemblato altrove: il Caffè Mulassano è una chicca di 31mq nel cuore di Torino che ha aperto in realtà nel 1879 in Via Nizza come bottiglieria. Nel 1907 l’allora proprietà fu sfrattata e, trasferendosi in Piazza Castello, decise di far realizzare un locale smontabile per timore che riaccadesse.
I tramezzini sono nati qui
La proposta del Caffè Mulassano spazia dalla colazione all’aperitivo per arrivare al dopo cena. La grande scelta liquoristica del locale, fedele alle proprie origini, annovera anche un cocktail della casa dagli ingredienti segreti che stupisce però sempre favorevolmente chi lo assaggia per la prima volta.
Da Mulassano vale la pena di farsi servire un Vermouth dai barman esperti, che si sono tramandati l’arte antica del mescere, e farsi accompagnare nella scelta di uno dei celeberrimi Tramezzini che proprio qui hanno trovato i natali all’inizio del Novecento quando l’allora proprietaria, Angela Demichelis Nebiolo, decise di inventarsi uno nuovo spuntino per ringiovanire il locale che Gabriele D’Annunzio chiamò, appunto, “tramezzino”.